GAETANO DE FAVERI – “Sindemia”

Venerdì 24 Novembre  – sede  – apertura sede ore 20.45 – inizio attività ore 21.00

GAETANO DE FAVERI  – “Sindemia”

In questa serata avremo come gradito ospite Gaetano De Faveri, autore che già in un’altra occasione ci ha fatto visita qualche anno fa con il lavoro “Krisis”, sorprendendoci con fotomontaggi estremamente suggestivi. Questa volta ci presenterà “Sindemia”, “lavoro  progettato  durante il periodo della pandemia del Coronavirus. “Sindemia” è l’insieme di problemi di salute, ambientali, sociali ed economici prodotti dall’interazione tra due o più patologie epidemiche, che comporta pesanti ripercussioni sulle condizioni di vita della popolazione colpita. La necessità del confinamento prolungato a causa del virus ha trasformato le abitazioni in luoghi di “salvezza”, ma anche di reclusione. Nelle lunghe ore di chiusura De Faveri ha rivisitato il suo archivio fotografico. Le immagini scattate in precedenza sono diventate specchio e memoria di un’esistenza destabilizzata. Per rappresentare fotograficamente questo passaggio epocale De Faveri ha racchiuso il mondo in teche a forma di sfere, cilindri, parallelepipedi. Il flusso delle immagini si materializza. Le persone fotografate nel teatro della vita, come attori inconsapevoli sullo sfondo dei paesaggi attraversati, assumono forma onirica. Il gioco di racchiuderle nelle teche diventa surreale e svela l’aspetto effimero del nostro viaggio esistenziale. Non c’è più razionalità e logica nella sequenza fotografica. Non è la cronaca di un evento, la rappresentazione tragica di un periodo, ma il riflesso del tramonto di una civiltà. Si susseguono e incalzano le figure nei diversi contenitori che di volta in volta diventano deposito di banalità o scrigno di realtà.

Una donna con sigaretta è rinchiusa in un cubo di vetro, tre donne assopite sono compresse su una panchina in uno spazio claustrofobico. C’è chi va a spasso con il cane in un cilindro trasparente e chi con il maiale sullo sfondo di una villa. Una coppia di mimi ci osserva attraverso la fissità dello sguardo, la danza delle libellule è accompagnata dal violoncello. I musicisti confinati suonano il requiem ai piccioni. Qualcuno, seduto su una statua abbattuta guarda fuori, lontano, con sguardo enigmatico. Il mostro meccanico divora la sua vittima. La pittrice vorrebbe dipingere la folla che non c’è più. La bambina guarda fuori con stupore e timore il rinoceronte e il cavallo rampante. Nella boccia acquario due esseri umani si stanno decomponendo.

Il filo che unisce questo pazzo mondo annoda solitudine, incomunicabilità, paura, vuoto mentale che trasuda dalle pareti delle teche aggredite, ossidate, crepate, mostrando la precarietà delle nostre difese. La speranza di salvezza è flebilmente rappresentata dall’ultima immagine della serie, L’erezione del serpente di bronzo, che riprende la celeberrima opera di Tintoretto, realizzata nel 1575-1576 per la Scuola Grande di San Rocco quando a Venezia dilagava un’epidemia di peste.

Il serpente di bronzo issato su di un’asta da Mosè salvò il popolo d’Israele dai serpenti fiammeggianti. De Faveri si pone e ci pone una domanda: avremo anche noi il nostro serpente di bronzo che ci salverà o ci rimarrà solo quello dell’albero della conoscenza del bene e del male che ci fece cacciare dal paradiso terrestre? Avremo anche noi il nostro serpente di bronzo? Chi sarà? Dove lo troveremo? O ci rimarrà solo il serpente dell’eden che ci scacciò dal paradiso?”

Gaetano De Faveri, nato a Ponte di Piave (TV) nel 1952, si interessa di fotografia negli anni ’80. Ha sentito la necessità di spostarsi verso temi psicologici ed espressivi più profondi. Ha studiato psicologia e completato la sua formazione professionale nel campo della psichiatria e della psicoterapia. Dal 1985 frequenta la scuola di fotografia Sabitani in Toscana, durante questi anni approfondisce gli aspetti del servizio fotografico e dell’elaborazione della stampa in camera oscura.Lo sviluppo e la diffusione di massa della tecnologia digitale degli ultimi anni hanno coinciso con la sua assenza dalla fotografia.Questo nuovo mezzo espressivo unito alla precedente predilezione di Gaetano De Faveri per la tecnica del fotomontaggio e il processo di editing al computer, ha lanciato la sua nuova stagione creativa che ha concluso l’uscita della sua serie “Krisis”. Lynx international contemporary art prize – 2016: 1st award photography, 2 volte

 

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